La chiesa di S. Lazzaro fabbricata nel 1528 a solo uso dell’ ”Ospedale di San Lazzaro” e in funzione dall’apertura del medesimo (1537), fu rinnovata a sue spese negli anni 1717-1720 dal Cardinale Ulisse Gozzadini vescovo di Imola e Ministro dell’Ospedale che la benedisse la domenica del 20 0ttobre 1720.
Della chiesa di S. Lazzaro del 1528-37 resta solo la sommaria immagine nella incisione della pianta della “Nobilissima Città di Piacenza” di Matteo Florimi del 1618.
La chiesa del 1717-20, con le aggiunte del coro e delle cappelle e della sagrestia fatte dal cardinale Alberoni nel 1732-34, è quella giunta a noi. L’edificio attuale fu realizzato su progetto dell’architetto Domenico Trifogli. Fu quindi ampliato nel 1732-34 dal Card. Alberoni.
L’interno è ad aula unica con volta a botte lunettata ripartita da arcate trasversali. Lungo la navata scandita da lesene si aprono tre cappelle per parte. Fra la seconda e la terza di ciascun lato si individuano le arcate di due ingressi laterali.
Il coro in noce con gli stalli disegnati dal primo Superiore del Collegio, Sig. Bernardo della Torre, lo fece eseguire il Card. Alberoni che arricchì anche la chiesa con cinque altari in stucco, dei quali – originale – è rimasto solo quello dedicato al Crocifisso. Dei quadri fatti dipingere dall’Alberoni c’è ancora il San Vincenzo eseguito a Roma da Giuseppe Peroni nel 1751.
Nel 1754, due anni dopo la morte del Cardinale, sul suo sepolcro gli fu innalzato il mausoleo in marmi policromi, opera dei marmisti piacentini Dionisio Antonio e Angelo Dorini, con le statue allegoriche, il busto e lo stemma dell’Alberoni scolpite da Don Giovanni Cibei da Carrara. Queste statue sono state trafugate nella notte tra il 20 e il 21 dicembre 1996.
Le balaustre delle sei cappelle, settecentesche, in marmo nero con intarsi di marmi pregiati, sono di Dionisio Antonio Rossi.
La decorazione della chiesa, affidata il 18.11.1931 a Luciano Ricchetti, risulta una composizione di gusto barocco.